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Tekster: Enzo Jannacci. La Milano Di Enzo Jannacci. Prendeva Il Treno.


S'enn conosciuti a la catena di montaggio:
lei, tutta bianca, che spiccava in quel candor.
Gigi Lamera, ed abitava dietro Baggio,
era il suo nome; ma non era un tipo snob!
"Scusi, signore: per andare alla toeletta?"
"Scusi, signora, ma rispondere non so."
"Lei, al lavoro come viene?" "In bicicletta..."
"Ma non e fine! La credevo un gran signore..."
Prendeva il treno per non essere da meno;
prendeva il treno per sembrare un gran signor!
E la rivide, dempre in sede di montaggio,
lei tutta fresca, con un fresco cappellin
"Gigi Lamera, si ricorda? Vivo a Baggio..."
"Si, vagamente.. Lei e ciclista o giu di li"
"Macche ciclista! Prendo il treno dietro a Baggio!"
- ed ostentava un cravatta dell'Upim-
"Voglia gradire questi fiori come omaggio..."
"Che fiori sono?!?" "Signorina, i hoo fa mi!"
Prendeva il treno per non essere da meno;
ma gia deluso da quel grande, assurdo amor!
L'han licenziato, in un bel giorno a fine maggio
che l'han trovato a tagliar fiori int'i lamee;
adesso e ottobre, fa gia freddo, ma il coraggio
di dirlo in casa, col perche, lu ghe l'ha no!
E tun-tun-tun che l'vol save (.............)
"Gigi, l'e tardi!..." come pure, ogni mattina
lesto si avvia, con la cartella sotto il braccio,
male annodata la cravatta dell'Upim...
e prende il treno per non essere da meno,
e piange e ride per quel grande, assurdo amor!
e prende il treno per non essere da meno,
e piange e ride per quel grande, assurdo amor!